Confucio – Lavoro
Se ami quello che fai, non sarà mai un lavoro.
Se ami quello che fai, non sarà mai un lavoro.
Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa.Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.
Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità: non andare fino in fondo, e non iniziare.
Chi si preoccupa inquina d’ansia le sue attività attuali.
Non sei il lavoro che fai ma il lavoro che fai ti permetterà di diventare ciò che sei.
– Qualsiasi guadagno che non corrisponde al lavoro impiegato è disonesto.- e chi definisce la corrispondenza?- Il guadagno per via disonesta, dovuto all’astuzia – disse Levin, sentendo di non essere in grado di definire con chiarezza la demarcazione tra onesto e disonesto – come il guadagno degli sportelli bancari – proseguì. – Questo male, l’accumulazione di enormi patrimoni senza lavoro e com’era al tempo degli appalti, si è limitato a mutare di forma. “Le roi est mort, vive le roi”. Non hanno fato a tempo a eliminare gli appalti che sono comparse le banche; si tratta sempre di guadagno senza lavoro.