Daniela Aspa – Morte
La morte si prende gioco di noi, lasciandola fare, la renderemo vittima dei suoi stessi giochi.
La morte si prende gioco di noi, lasciandola fare, la renderemo vittima dei suoi stessi giochi.
Io riuscii a mentire a mio padre, non la mia mano. “Puoi farmi la barba?” – domandò mio padre. Andai in bagno, presi il rasoio e la schiuma, un asciugamano e tornai da lui, steso nel letto del reparto dei malati terminali. Gli spalmai un po’ di schiuma. La mano tremava, non riuscivo a fermarla. Mio padre prese il rasoio dalla mia mano e disse: “Guarda, si fa così.” Io avevo quarantasei anni e mio padre, il giorno dopo, era morto.
Un morto singolo è una tragedia, un milione di morti sono una statistica.
Sto per intraprendere il mio ultimo viaggio, un grande salto nel buio.
Prendete l’aldilà molto sul serio, perché è un mistero assoluto.
La bellezza sta in ciò che gli occhi guardando, decidono debba essere tale.
Da quando ho imparato a morire, riesco a vivere senza paura.