Daniele Tartaglione – Stati d’Animo
Siamo un po’ come il mare, se non si tuffano dentro di noi, non sapranno mai come siamo realmente.
Siamo un po’ come il mare, se non si tuffano dentro di noi, non sapranno mai come siamo realmente.
Composta e a modo, nascondo le mie maniere selvagge e le mie abitudini primitive. Sono nata nell’era sbagliata, epoca matrigna che non mi accoglie, orfana a questo mondo fatto di convenevoli e “si deve”, “si fa”. Non chiedo permesso e sgomito per dribblare e doppiare, mi fermo solo quando il fiato è troppo corto e le gambe non ce la fanno più. E ad essere selvaggi c’è un vantaggio, ché lì fuori è una giungla e bisogna saper essere animali tra gli animali per bere e mangiare, figurarsi per amare.
Ho riposto i miei sogni più ricchi nelle mani più povere di sincerità. Ho riposto la mia fiducia nelle parole più finte che abbia mai potuto sentire. Ho assaporato la delusione e da essa il dolore e la solitudine. Ma anche in punta di piedi ho sempre fatto in modo di non fermarmi, di non arrendermi e di proseguire. Malgrado le ferite, i pezzi che cadevano provocando dolenti ferite non mi sono fermata/o. Oggi sono tornata/o a correre, a brillare perché io l’ho voluto, perché io ci ho creduto e soprattutto perché io me lo merito.
Ho lette molte favole, non credo d’aver dimenticato il finale, credo solo di non aver compreso chi fosse il principe e chi il mago cattivo.
E così la solitudine avvolse l’uomo diventando parte di essa… Che uomo stupido… Che solitudine ingorda…
Fatti miei! Ciò che faccio sono sempre e solo: fatti miei! Come sono e chi sono sono sempre e solo: fatti miei!
Ogni volta che inseguo la fiducia, mi perseguita il dubbio.