Dario Pautasso – Tristezza
Non esiste sofferenza più grande di quella che non sai descrivere.
Non esiste sofferenza più grande di quella che non sai descrivere.
La vita non è qui sui marciapiedi di questa città, con la noia e la nostalgia per compagnia, con la malinconia che uccide a questa età. E tu, in cerca di un posto che non c’è, e la voglia di andar via da tutti, anche da te con il cuore che si scuoia cercando quel che non ha e intanto in cielo un sole che non c’è è tramontato già, un altro giorno è passato ed è sera già.
Dolore chiama dolore. È l’unico codice che entra a far parte del soliloquio che imbastiamo con noi stessi; il cuore è schizofrenico, si spacca in due tra il male che ci ha causato il nostro grande amore ed il male che perpetuiamo a nostre spese da soli per trovare continuità di senso e parola e sentirci ancora vicini nel paradosso. Il nostro grande amore, quello che ci ha lasciato, ma resterà dentro per sempre, lì sulla soglia della porta delle emozioni più belle, appoggiato allo stipite del desiderio, un piede all’inferno, l’altro in paradiso.
Come lasci il catrame occluderti i polmoni, così hai lasciato che le delusioni ti rendessero impermeabile. Però, lo sai, si può sempre smettere di fumare.
La pioggia è un fiume di lacrime di santi ormai esausti.
La stima, il rispetto, l’educazione, l’amicizia, l’altruismo sono valori che intrecciano la stessa catena… una catena che dovrebbe sostenere e fortificare il mondo e le sue fondamenta. Ma non è così! Purtroppo puntualmente ogni giorno viene consumata dall’acido della cattiveria, dall’ignoranza ed dall’egoismo per poi fondersi sulle rovine di chi sa amare solo se stesso!
Le case si stanno allagando, proprio come i miei occhi.