Davide Cericola – Morte
Quella gente che ha più rispetto per i morti che non per i vivi è decisamente pericolosa.
Quella gente che ha più rispetto per i morti che non per i vivi è decisamente pericolosa.
La vita come tu te la ricordi, un giorno se ne andò con te!
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell’eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.
La morte sarà bellissima, se sai comunicare con la morte.È un dissolversi, cadi di nuovo nella fonte dell’essere per rilassarti e per rinnovarti.Significa, svanire nella fonte dell’esistenza e unirsi a Dio – e puoi rinascere un’altra volta, finché diventi un risvegliato…
Continuerò a dirlo fino alla Fine senza altri inizi o tempi e neanche sogni: l’amore, la bellezza, la forza, che Dio crede di iniettare al suo Sistema con il mio spirito, rapimento e macellazione, è la droga della sua insania e rovina, insieme agli amati figli che ha condannato con questo universo, insieme a se stesso. La solidità della struttura così ottenuta è pericolosa apparenza. Io posso dispiacermi per la morte della Natura, che avverrà, è questione di tempo, ma sono in fondo un’estranea (non si dovrebbero accettare doni dagli estranei) nel suo Sistema, e lo guardo commossa, come si guarda una famiglia distrutta dall’avidità. Ma la commozione è niente paragonata allo strazio di un Padre che vede crollare l’intera sua creazione nel vuoto e nella disgrazia, voluta proprio dal Padre, che seguirà la sua sorte. Da vittima, io posso solo “agire” da vittima, cioè subire l’invidia di Dio, del Messia e dei santi, che torna a loro come riflessione, senza azione, ma l’avidità non si piega e non si spezza, e posso solo ammirare la disfatta del creato, del Padre. Ammirare… questa è un opera che va al di là della tragedia, fino a finire in nulla, dove gli attori muoiono per davvero, nella scena e nella vita. Continuerò sempre a dirlo: Dio, Serpente, creatore di tutte le cose, fermati, non lo fare; l’amore e la bellezza che credi di donare ai tuoi figli, aggiunti così alla Luce vi porteranno al collasso e allo sfascio eterno.
Pensare di morire non è una soluzione, è solo voler privare a chi ti vuole accanto di viverti.
La vita come tu te la ricordi, un giorno se ne andò con te!
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell’eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.
La morte sarà bellissima, se sai comunicare con la morte.È un dissolversi, cadi di nuovo nella fonte dell’essere per rilassarti e per rinnovarti.Significa, svanire nella fonte dell’esistenza e unirsi a Dio – e puoi rinascere un’altra volta, finché diventi un risvegliato…
Continuerò a dirlo fino alla Fine senza altri inizi o tempi e neanche sogni: l’amore, la bellezza, la forza, che Dio crede di iniettare al suo Sistema con il mio spirito, rapimento e macellazione, è la droga della sua insania e rovina, insieme agli amati figli che ha condannato con questo universo, insieme a se stesso. La solidità della struttura così ottenuta è pericolosa apparenza. Io posso dispiacermi per la morte della Natura, che avverrà, è questione di tempo, ma sono in fondo un’estranea (non si dovrebbero accettare doni dagli estranei) nel suo Sistema, e lo guardo commossa, come si guarda una famiglia distrutta dall’avidità. Ma la commozione è niente paragonata allo strazio di un Padre che vede crollare l’intera sua creazione nel vuoto e nella disgrazia, voluta proprio dal Padre, che seguirà la sua sorte. Da vittima, io posso solo “agire” da vittima, cioè subire l’invidia di Dio, del Messia e dei santi, che torna a loro come riflessione, senza azione, ma l’avidità non si piega e non si spezza, e posso solo ammirare la disfatta del creato, del Padre. Ammirare… questa è un opera che va al di là della tragedia, fino a finire in nulla, dove gli attori muoiono per davvero, nella scena e nella vita. Continuerò sempre a dirlo: Dio, Serpente, creatore di tutte le cose, fermati, non lo fare; l’amore e la bellezza che credi di donare ai tuoi figli, aggiunti così alla Luce vi porteranno al collasso e allo sfascio eterno.
Pensare di morire non è una soluzione, è solo voler privare a chi ti vuole accanto di viverti.
La vita come tu te la ricordi, un giorno se ne andò con te!
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell’eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.
La morte sarà bellissima, se sai comunicare con la morte.È un dissolversi, cadi di nuovo nella fonte dell’essere per rilassarti e per rinnovarti.Significa, svanire nella fonte dell’esistenza e unirsi a Dio – e puoi rinascere un’altra volta, finché diventi un risvegliato…
Continuerò a dirlo fino alla Fine senza altri inizi o tempi e neanche sogni: l’amore, la bellezza, la forza, che Dio crede di iniettare al suo Sistema con il mio spirito, rapimento e macellazione, è la droga della sua insania e rovina, insieme agli amati figli che ha condannato con questo universo, insieme a se stesso. La solidità della struttura così ottenuta è pericolosa apparenza. Io posso dispiacermi per la morte della Natura, che avverrà, è questione di tempo, ma sono in fondo un’estranea (non si dovrebbero accettare doni dagli estranei) nel suo Sistema, e lo guardo commossa, come si guarda una famiglia distrutta dall’avidità. Ma la commozione è niente paragonata allo strazio di un Padre che vede crollare l’intera sua creazione nel vuoto e nella disgrazia, voluta proprio dal Padre, che seguirà la sua sorte. Da vittima, io posso solo “agire” da vittima, cioè subire l’invidia di Dio, del Messia e dei santi, che torna a loro come riflessione, senza azione, ma l’avidità non si piega e non si spezza, e posso solo ammirare la disfatta del creato, del Padre. Ammirare… questa è un opera che va al di là della tragedia, fino a finire in nulla, dove gli attori muoiono per davvero, nella scena e nella vita. Continuerò sempre a dirlo: Dio, Serpente, creatore di tutte le cose, fermati, non lo fare; l’amore e la bellezza che credi di donare ai tuoi figli, aggiunti così alla Luce vi porteranno al collasso e allo sfascio eterno.
Pensare di morire non è una soluzione, è solo voler privare a chi ti vuole accanto di viverti.