Debora Lattanzio – Stati d’Animo
osservo…
osservo…
Leggo un libro e mi immedesimo in un altro romanzo… per non pensare a me.
Appartengo ad un’antica stirpe di viaggiatori. Anche io, solitario, mi incammino. E in ogni luogo riconosco i volti dei miei avi; negli intricati disegni sulle cortecce degli alberi, nelle sagome imponenti dei monti. Ogni ruscello sussurra i loro nomi gloriosi, la loro empia voce nel vento segna il mio cammino. Un solo viso mi è estraneo, riflesso nelle calme acque in cui mi fermo a specchiarmi. Pare il volto di uno sconosciuto, odioso compagno. Eppure ero sicuro di essere partito solo. Senza meta vago inseguendo quel riflesso, vago nella speranza di scoprire, un giorno, a chi davvero appartiene quel volto che mi rifiuto di dire mio. Mi incammino, per i mille tramonti a che verranno alla ricerca di un’identità.
Ogni Dannato è arso vivo, internamente, da fiamme che flebili lo ustionano incessantemente.Nella sua pupilla di fuoco nero vedrai l’inferno di cui dentro è prigioniero.
MI sento soffocare come un perizoma di strass tra le chiappe di un ippopotamo.
Sorrido a chi mi sorride, e regalo sorrisi a chi non ne ha mai ricevuti.
Capisco perfettamente che gli altri non mi capiscono. Quello che mi risulta difficile è capirmi.