Douglas Adams – Libri
Con un’anitra di gomma non si è mai soli.
Con un’anitra di gomma non si è mai soli.
Non temeva le difficoltà: piuttosto la spaventava l’obbligo di dover scegliere un cammino. Scegliere un cammino significava abbandonare gli altri.
Un quadro in una chiesa è come una candela in una stanza buia, serve a vedere meglio. È il ponte tra noi e Dio. Ma non è una candela protestante o cattolica. È una candela e basta.
Sto piangendo. Dopo tanti anni piango ancora per loro. Calde lacrime scivolano lungo le rughe del mio viso, finché l’aria non le asciuga, lasciandomi piccole chiazze fresche e appiccicose sulla pelle.Sylvia è tornata da me. Mi terge allegramente le guance con un fazzolettino di carta. Per lei le mie lacrime sono solo il frutto di qualche difetto nelle tubature. Un altro dei segni inevitabile e innocui della mia grande vecchiaia.Non sa che piango per i tempi che cambiano, che, rileggendo le mie pagine preferite del libro della memoria, sento nascere dentro la speranza in una conclusione diversa, la speranza disperata che la guerra non ci sia. Che questa volta, in qualche modo, ci lasci in pace.
È straordinario, come un pensiero, anche segreto, trapeli sempre. È straordinario per me, se ci ripenso, come ognuno di noi poteva seguire la corrente dei suoi sentimenti e capire, sebbene ella fosse tranquilla, e di umore uniforme, quando la sua fantasia correva a Parigi.
Volevo chiudere un brutto capitolo della mia vita, nella speranza di riuscire a ritrovare la strada, invece ora credo che per tutto il tempo io non abbia fatto altro che cercarti.
Una delle tante insidie dell’infanzia è che non è necessario capire per soffrire.