Edvania Paes – Morte
E quando morirò, voglio che sia in un fiume. Così sfamerò una manciata di pesciolini e diverrò concime che aiuterà a fiorire le orme di quel fiume prima di raggiungere il mare.
E quando morirò, voglio che sia in un fiume. Così sfamerò una manciata di pesciolini e diverrò concime che aiuterà a fiorire le orme di quel fiume prima di raggiungere il mare.
La morte l’ho mandata a cagare più di una volta, ma è troppo assillante. Non si arrende mai!
Sei volato in cielo e sei esploso in infiniti pezzi che riecheggiano nei cuori di ognuno che abbia almeno una volta sentito il tuo nome!
Non è la morte in sé a fare timore bensì l’antecedente di essa.
Figliolo, se ci pensi bene, la morte non è altro che una dispersione di cultura.
Io credo che l’amore sia anche sbattere la porta mentre esce e rientrare dopo due secondi per abbracciarsi e perdonarsi senza bisogno di chiederlo o dirlo.
Non trattengo gli abbracci né le dimostrazioni d’amore verso le persone che amo. Non vorrei mai, un giorno dover rimpiangere per non aver seguito il mio cuore.