Edvania Paes – Morte
E quando morirò, voglio che sia in un fiume. Così sfamerò una manciata di pesciolini e diverrò concime che aiuterà a fiorire le orme di quel fiume prima di raggiungere il mare.
E quando morirò, voglio che sia in un fiume. Così sfamerò una manciata di pesciolini e diverrò concime che aiuterà a fiorire le orme di quel fiume prima di raggiungere il mare.
L’assassinio è sempre un errore: non bisognerebbe mai fare niente di cui non si possa parlare dopo pranzo.
La morte non è altro che un passaggio all’interno di un ciclo unitario, e non la vittoria della luce immortale sulle tenebre mortali.
Il fuoco ha bisogno dell’aria per vivere. Invece la uccide. Dopo di che, muore.
Sulle lapidi dei cimiteri si leggono frasi di questo tipo: “Uomo di elevati sentimenti”, “Anima nobile e generosa”, “Padre e sposo esemplare”, “Spirito eccelso”, “Fulgido esempio di bontà”. Dove saranno sepolti gli stupidi e i cattivi?
Io non appartengo a te. Tu non appartieni a me. Le nostre anime sono libere. Libere di condividere. La stessa gabbia. Mentre i nostri corpi. Sono lontani anni luce.
C’è chi ha sete di conoscenza, e poi c’è chi, come me, è assetata di dimenticanza.