Edvania Paes – Poesia
Se la mia poesia servirà a salvare un’unica anima, anche la più piccola delle anime, allora non avrò vissuto invano.
Se la mia poesia servirà a salvare un’unica anima, anche la più piccola delle anime, allora non avrò vissuto invano.
Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.
Da cosa hai capito che era amore? Dai dubbi su tutto e dalle certezze su niente. Avevamo tutti i motivi per staccarci. Intanto eravamo sempre più intrecciati.
Abbiamo tutti un’anima gemella da qualche parte, che forse sfioreremo appena, oppure, non incontreremo mai. Qualcuno più fortunato ha l’anima plurigemellare e ne trova una dietro ogni angolo.
Ohimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti, per la folla infinita di infedeli, per le città piene di sciocchi, per il mio continuo rimproverarmi (poichè chi è più sciocco di me e più infedele?), per gli occhi invano assetati di luce, per gli oggetti perfidi, per la lotta sempre rinnovata, per gli scarsi risultati di tutti, per le sordide folle che vedo attorno a me avanzare con fatica, per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono, con il resto di me avvinghiato, la domanda, Ohimè! Così triste, così ricorrente – cosa c’è di buono in tutto questo? Ohimè! O vita![risposta]Che tu sei qui – che la vita esiste, e l’identità, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuire con un verso.
I poeti già sono pochi, ma ancora più pochi sono quei poeti grandi nella semplicità.
Le parole che mi trovano spiegano se stesse ed esse spiegano me.