Edward Lee Thorndike – Stati d’Animo
Il piacere fissa gli atti che lo hanno prodotto, il dolore li elimina.
Il piacere fissa gli atti che lo hanno prodotto, il dolore li elimina.
Io le parole le conservo. Mastico l’impronunciabile, sempre umido di qualche lacrima che mi vesta di verità. Giro il capo a ieri e mi sembra sia passata una vita e mezza. Prendo una scorciatoia e sento ancora la tua voce. Giù, in caduta libera sulle risate. Lì, con gli occhi lucidi per le volte in cui tacevo. E più tacevo e più mi zittivi. Strane le mie mani, conca vuota, i palmi che s’allargano in segno d’arresa e di disfatta, come a voler dire “pazienza” al cielo. Se un’unghia mi diventasse lama e mi tagliasse il petto con uno squarcio verticale, mi uscirebbero le emozioni oblique e i pensieri liquidi, ancora caldi della tua presenza. Ma è assenza. Ed è tempo che scorre. Nulla che perdoni. Niente che resti. Il cuore si vanifica, arrestato da un groviglio di vene. Rimango così, silenziosa e fredda e ho venduto perfino la carne, ché non mi veste più nulla. Spoglia e brulla come una casa disabitata che ha dato le spalle al sole.
È difficile starsene da soli, quando mente e cuore non vanno d’accordo.
La presunzione? Un grave difetto mentale, difficoltà nel guarire!
Sono stanca di inseguire sempre gli altri, di colpevolizzarmi per cose di cui non ho colpa, cercando di salvare il “non salvabile”. È giunto il momento di lasciare andare via le persone che si sono allontanate da me. E quel momento è arrivato proprio adesso.
Un’emozione è l’esplosione dei colori dell’anima.
C’è un pensiero che mi chiede, timido, il permesso d’entrare. Non sa che tutto, in me, ha la sua forma e che se gli parlassi, parlerei con la sua voce, e a sentirsi, prenderebbe a tremare. A sentirlo, prenderei a tremare io.