Elena Usai – Cielo
La morte terrena è l’inno più sublime ed eccelso alla vita eterna.
La morte terrena è l’inno più sublime ed eccelso alla vita eterna.
Guardo il cielo di notte e vedo scorrere tutti i miei sogni nell’infinito, guardo il cielo di giorno e la realtà mi abbaglia, guardo avanti oltre l’orizzonte e ho fiducia nel futuro, mi volto indietro e ho paura del presente, guardo il sole e mi accorgo che non sempre mi sorride, guardo la luna e mi accorgo che è bella solo perché illuminata dal sole.
Cadere ti serve per dimostrare a te stesso che sei in grado di rialzarti; non per stare lì a piangerti addosso vittimizzandoti.
Il cielo, il cielo è un ditale per cucire.
Per i troppi problemi rischiamo di non vedere quelli veri. Ovvero quelli ai quali dovremmo…
Non penso che Dio abbia alzato la sua mano con ira contro di me perché voleva salvare i suoi figli dai miei sogni. Essi non riguardavano né Lui né i suoi, ma solo chi li aveva sognati, per questo l’invidia di un padre che falsifica il merito, che ama i figli e per loro vuole le primizie. Dunque, erano la bellezza e la luminosità senza pari che hanno attirato gli angeli come mosche, per immetterle nel Mondo e raddoppiare la forza, la lucentezza dei sogni dei figli. In fondo, quello che fa girare l’universo, è la ciccia. Ma avere troppo, per la luce, ha i suoi lati distruttivi. Se questa Luce è immessa in un Mondo, si consuma nella vastità troppo grande di questa energia, diventa la malattia di cui esso morirà, in cui si replicherà, insieme ai creatori e agli angeli, a Dio e al Diavolo, che ne fanno parte.
Infinite stelle stanno sopra di noi, vivono dei nostri sguardi, mendicanti celesti, rocce d’argento nell’universo, e noi due stiamo qui giù, baciati dall’amore, e vi disprezziamo perché noi siamo luce e voi non siete niente.