Elsa Morante – Libri
Il presente mi pareva un’epoca perenne, come una festa di fate.
Il presente mi pareva un’epoca perenne, come una festa di fate.
Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.
I libri ci lasciano un segno in fondo al cuore.
Anche dentro il corpo la tenebra è profonda, e tuttavia il sangue arriva al cuore, il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra, l’uomo è chiaro, è il labirinto di se stesso.
È facile uccidersi senza morire, chissà quanti di noi lo fanno e si accorgono solo troppo tardi di aver sprecato la loro vita, piano piano ci si abitua a tutto. E io mi chiedevo, allora, senza ricevere risposta: per essere fedeli agli altri è giusto continuare ad essere infedeli a se stessi?
Quanto di tutto questo stiamo pensando noi e quanto di tutto questo è già stato pensato per noi?
Vivere: un modo assai complicato di morire.