Emilio Rega – Abbandonare
Quelle ferite al cuore non rimarginabili.
Quelle ferite al cuore non rimarginabili.
Se soltanto avessi servito il mio Dio con metà dello zelo con cui ho servito il mio re, egli non mi avrebbe abbandonato nella mia vecchiaia, nudo, ai miei nemici.
E quando dai tutto per scontato e sei sicuro che “è lì”, ti volti e non c’è più.
Nell’abbandono troviamo quella parte di noi che si è smarrita quando credevamo di essere padroni…
La dannazione di pretender proprio da chi più dà.
E le promesse che… che hai trasformato in polvere non le dimentico… lo sai. Bastava poco per, per far sembrare un po’ tutto più magico tutto fantastico, bastava poco per, per stare bene con te, bastava averti con me.
Il buio, il vuoto, il nulla: sono metafore di una dimensione ancestrale in cui la vita si ri-partorisce. Se si accoglie il vuoto che gli abbandoni ci portano, gli addii sono fonte di progresso, di rinascita, di nuove occasioni di vita. Se resistiamo, se rimpiangiamo, ci tormenteremo per anni. Sì, bisogna toccare il fondo per ritornare a vivere.