Enzo Di Maio – Destino
Se è vero che ognuno di noi ha già scritto il libro del destino a chi ha scritto il mio jè vorrei dì: “ma prima de scrive che t’eri fumato, a cretino!”
Se è vero che ognuno di noi ha già scritto il libro del destino a chi ha scritto il mio jè vorrei dì: “ma prima de scrive che t’eri fumato, a cretino!”
I piccoli miracoli accadono tutti i giorni! Prendono forma in modo straordinario ma silenzioso, attraverso una miriade di cose sincronizzate tra loro.
Le persone speciali sono quelle che rendono la tua vita speciale. Sono quelle che senza un grande che; sanno donarti tutti ciò che hai bisogno. Sono quelle che incontri una sola volta nella tua esistenza, sanno donarti ciò che rende la tua vita migliore; “serenità, dolcezza, sorrisi”. Ti completano senza che tu sappia nemmeno perché. Ti appagano con la loro Unicità, e anche se il destino li allontanerà saranno sempre presenti nella tua vita perché occuperanno gran parte del tuo cuore, “sempre e comunque”. E qualunque cosa tu faccia, in qualunque luogo tu vada, vedrai sempre una parte di loro che ti terrà compagnia. Saranno parte integrante della tua esistenza e faranno parte sempre della tua vita, e in qualunque modo andranno le cose non potrai smettere di volerle bene. Semplicemente perché sono persone speciali, che riempiono e completano la tua esistenza e niente e nessuno potrà uguagliare ciò che rappresentano per te.
Prova – un istante – a chiudere gli occhi. Cosa vedi? Non solo il buio, scorgi anche una strana luce o delle luci, vero? Ecco! Oltre il nero degli occhi chiusi c’è un orizzonte luminoso che pulsa.
Nulla nella vita è perso se non si smette di cercarlo.
Chiedere perdono a Dio, sarebbe come chiedere assoluzione al delitto.
A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’é una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisceÈ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave”.Ci rimasi secco.