Eraclito – Morte
Morte è quanto vediamo da svegli; quanto vediamo dormendo, sogno.
Morte è quanto vediamo da svegli; quanto vediamo dormendo, sogno.
Siamo nati per vivere e viviamo per morire…
L’uomo dovrebbe essere tumulato nella propria cantina. È lì che dimora la sua storia.
Viviamo in una società dove la gente s’ammazza e ammazza con una facilità mostruosa. Ormai si sta perdendo il senso della vita.
Questo tempo è in affitto, quando non riuscirai più a pagare sarai sfrattato da questo mondo.
E quando io volgo intorno lo sguardo e vedo questa camera, e gli abiti di Carlotta e le carte di Alberto, e i mobili che mi sono familiari, e perfino il calamaio, penso: “Tu immagini di esser tutto per questa casa! I tuoi amici ti apprezzano; spesso tu procuri loro la gioia e pensi che non potresti vivere senza di loro, eppure se tu te n’andassi, se tu scomparissi dalla loro cerchia? Sentirebbero, e per quanto tempo sentirebbero il vuoto che la tua perdita lascerebbe nella loro esistenza? Per quanto tempo? L’uomo è così effimero che anche lì dove più sicura è la sua esistenza, dove egli imprime l’unica vera traccia della sua presenza e cioè nel ricordo, nell’anima dei suoi amici, anche lì deve annientarsi e sparire, prontamente sparire!”
Diciamo di ammazzare il tempo come se, purtroppo, non fosse il tempo ad ammazzare noi.