Erich Fromm – Morte
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Nonna… la tua scomparsa avvenuta diversi anni fa ha lasciato dentro di me un vuoto incolmabile! Te ne sei andata così presto che non ho potuto nemmeno rivelarti i primi segreti d’amore di una allora quattordicenne! Dall’alto dei cieli tu mi guardi ma non mi basta! Vorrei riaverti qui… con me e so che questo non può avvenire! Se solo ti penso le lacrime scendono irrefrenabili.
Se dovessimo abolire la pena capitale, mi piacerebbe vedere cosa farebbero per prima cosa i miei amici assassini.
Ci si può sentire morti anche con un cuore che batte ancora e si può vivere nel silenzio anche in mazzo al caos. La morte non è il peggior male che esiste a questo mondo.
Quando ci mettiamo in viaggio non ci accomodiamo solo su auto, ma anche su bare super accessoriate comfort del tutto inutili quando l’imprevisto varia il tuo destino.
I morti portano nella tomba, stretto tra le mani, soltanto quello che hanno donato.
Perchè pianto? Perchè sconforto? L’Amore è con noi, l’Amore è in noi: unica forza del mondo. Avanti, insieme verso la Luce e la Gioia, arrivederci in Dio.