Erika Moon – Vita
Cavalca o uomo e scarica sul terreno le orme del tuo cavallo che non saranno altro che tracce indelebili della tua storia, che diverrà la nostra.
Cavalca o uomo e scarica sul terreno le orme del tuo cavallo che non saranno altro che tracce indelebili della tua storia, che diverrà la nostra.
Alcune persone quando mi vedono o sentono il mio nome hanno come una reazione chimica. Del resto, si sa, essere unica, essere ciò che loro vorrebbero essere suscita invidia.
Mai dimenticarsi di chi ci ha fatto del bene, anche se poi ci ha voltato le spalle. Mai dimenticarsi di chi ci ha ferito, anche se la tua anima sanguina ancora per questo. Mai dimenticarsi di chi siamo, anche perché siamo figli della stessa medaglia. Non dimentichiamoci che a volte possiamo riflettere un viso non nostro.
Ogni volta che mi son persoridiedi gli occhi al cieloper ritrovar me stesso.
Quando sto lì a chiedermi cosa devo fare, confuso dalla paura di sbagliare, me lo chiedo talmente tante volte che poi, qualunque cosa faccia, non è mai la cosa giusta e a volte neppure quella sbagliata, ma che alla fine mi porta dove non volevo andare. Allora agisco d’istinto, di riflesso, di cuore e poi succeda quello che deve senza nessun rimpianto.
Arrivi con impeto, senza permesso; riemergendo d’improvviso in una memoria lasciata altrove, in notti silenti di una terra annientata e fucili stanchi; quando quel fastidio nella pancia accompagnava piccole gocce di sudore freddo, e cercava i tuoi occhi, in ogni uomo che avesse barba e scarponi sporchi; eri riparo. Riparo. Perché è istinto; quella cosa, marchiata nel sangue; che ci fa dire “mamma” quando uno spasmo coglie impreparati. Mamma come Dio, o Padre come cielo; o chissà cos’altro. Una voglia di intimità con se stessi. Come la Fede; come un plaid col quale avvolgersi, quanto basta per sentirsi al sicuro; dove è sufficiente che lo sguardo fissi terra o cielo, e lasciar parlare quel che siamo; e arriva quel desiderio di carezze da mani buone, paterne, più forte di qualunque vento. E oggi lo sguardo è altrove; guarda rive bagnarsi e ne ascolta il rumore. Osserva piccole gambe che corrono e piccole mani che cercano. È vita che cresce. Mi lascio trovare; avvolgere, come quel plaid. E voglio fare un po’ di posto anche a te. Un modo come un’altro per perdonarsi; per assolverti. Tu ora sei suo; e Lei non assolve mai nessuno; ma prova ad accompagnarmi lo stesso. E tutte le volte che Vita mi guarderà e la sua mano mi cercherà, Io ti perdonerò.
Apri i tuoi occhi e respira la bellezza della natura e dei colori che la terra ti regala, apri i tuoi orizzonti, i tuoi limiti, perché prima o poi tutto questo non potrai più vederlo. Questo è il più grande viaggio di ogni essere vivente, la vita.