Ernst Jünger – Morte
Il delitto non è l’ultima, ma la prima via d’uscita che ci si offre; spesso scaturisce da una mancanza di fantasia.
Il delitto non è l’ultima, ma la prima via d’uscita che ci si offre; spesso scaturisce da una mancanza di fantasia.
Lacrime non devi versare, madre, sorridi ch’io muoio, danza col mio tempo che diventa infinito.
In fondo la morte, è senza dubbio la compagna più fedele; quella che durante la vita ti dà gli stimoli per osare, e che nel momento estremo ti prende sottobraccio, mentre ti allontani da tutti gli altri.
La morte non può essere combattuta, non possiamo vedere in lei una fatale nemica; la morte è troppo forte, più la si combatte e più lei si diverte.
La vita è breve, ci dicono, sì, la vita è breve. Ma com’è morire? Cosa si prova quando la tua vita terrena finisce? Quando i tuoi occhi si chiudono per sempre e la tua anima si innalza verso Dio? Questo no, non ce l’hanno mai raccontato, e ancor oggi io sento che la sua morte non l’ho ancora superata. Certo, so che lei mi guarda pacifica e con occhi angelici, ma ogni morte altrui risveglia in me forti dolori. Dolori incancellabili. Dolori indelebili Dolori paralizzanti, come la morte.
I contorni di un mondo sfuocato si impressero a fuoco nella mia mente e in un attimo nulla era più realtà.
Che cosa si può pretendere da un mondo in cui quasi tutti vivono soltanto perché non hanno il coraggio di suicidarsi!