Federico Tetsuya – Social Network
Con tutta questa tecnologia e social network stiamo creando una generazione di frustrati e narcisisti con disturbi d’ansia? Forse.
Con tutta questa tecnologia e social network stiamo creando una generazione di frustrati e narcisisti con disturbi d’ansia? Forse.
Ci siamo talmente abituati a discutere e litigare con gli altri, che non sappiamo più cosa significhi comunicare.
Facebook sembra una gara a chi ha più personalità, peccato che nella realtà siete più inutili delle alghe marine.
Un tempo si scattavano fotografie per immortalare momenti importanti: un bacio, un abbraccio, erano momenti catturati per avere un ricordo con cui piangere, ricordare, rimpiangere. Oggi si scattano foto per metterle su Facebook al fine di dimostrare qualcosa a qualcuno. Un tempo vedevi una persona e te ne innamoravi, ti innamoravi del suo sguardo, del suo modo di parlare, di muoversi, di sorridere, e stavi giorni, settimane o mesi a pensare a come poterti dichiarare a quella persona così importante ma così irraggiungibile. Oggi invece vedi una bella ragazza, l’aggiungi su Facebook, ci chatti, le dici qualcosa di carino, ti ci vedi e voilà inizia il giro interminabile di foto, tag e roba varia. Sembriamo tutti articoli di un catalogo chiamato Facebook. Tutto ciò inizia a non piacermi. Facebook rovina la spontaneità dei sentimenti!
In certi momenti non è importante cosa c’è scritto nel messaggio, perché l’importante è che arrivi, che suoni, che appaia.
Ma le persone che salutano celebrità defunte sui social network che cosa salutano a fare se le suddette persone son passate a miglior vita? Forse se si vuole fare i becchini lo si dovrebbe fare con più classe e farsi un giro al cimitero. E magari restarci.
Non dire che hai bisogno di me se poi te ne vai.