Fiorella Cappelli – Morte
Se vero che la Morte ha bisogno della Vita per poter esserci a Vita è pur vero che la Vita ha bisogno della morte per essere apprezzata… da morire.
Se vero che la Morte ha bisogno della Vita per poter esserci a Vita è pur vero che la Vita ha bisogno della morte per essere apprezzata… da morire.
Non si ha mai altrettanto tempo per recuperare il tempo perduto ma, nell’illusione di essere eterni, qualche volta ci proviamo e capita anche che… paradossalmente ci si riesca.
La morte è la grande incognita, raccoglie tutto quello che abbiamo costruito e lo distrugge in un momento, eppure c’è chi non la teme ed io vorrei essere tra questi.
Non c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non sanno il perchè della loro morte.
Chi si accorcia di vent’anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
Qualsiasi cosa sua le provocava il pianto: il pigiama sotto il guanciale, le pantofole che le erano sempre sembrate da infermo, il ricordo della sua immagine che si spogliava in fondo allo specchio mentre lei si pettinava per coricarsi, l’odore della sua pelle che avrebbe persistito sulla sua a lungo dopo la morte. Si fermava a metà di qualsiasi cosa stesse facendo e si dava un colpo con la mano sulla fronte, perché all’improvviso ricordava qualcosa che aveva dimenticato di dirgli. Le venivano in mente di continuo le tante domande quotidiane a cui solo lui avrebbe potuto rispondere. Una volta lui le aveva detto una cosa che lei non riusciva a concepire: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico, alla gamba che non hanno più. Così si sentiva lei senza di lui, sentendolo dove non c’era più.
All’ombra dè cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?