Francesca De Vincenti – Tristezza
Non sono brava nel gioco, nemmeno in amore, tutto quello che mi resta è vivere nel dolore.
Non sono brava nel gioco, nemmeno in amore, tutto quello che mi resta è vivere nel dolore.
A volte non è la vita che ci fa soffrire, siamo noi a vivere con sofferenza tutto.
Ascolta a tua solitudine, ti indicherà la via.
Se ti ostini a cercare qualcosa, corri il rischio di trovarla. Non sai mai cosa ti manca, finché non fa troppo male.
Ormai era come quel campanello che guasto non smetteva di suonare e nonostante mi tappassi le orecchie con forza non potevo fare a meno di sentirlo trillare… “gridare” quasi con insistenza penetrarmi nel cervello come a perforarlo… Sentivo dolore… Lacrime… l’urlo della mia anima che spezzava ogni possibile silenzio che tentavo con fatica di trovare per placare il “dolore”, ma… Nulla… Quel “suono” non cessava… Quel “grido” agghiacciante che mi spaccava l’anima proseguiva con crudeltà senza arrestarsi o placarsi… Stanco… Affranto chinai la testa come stordito o forse “dolorante” le palpebre sembravano incollate, le labbra non riuscivo a muoverle, mi sentivo “morto” o perso nell’incoscienza di esistere… Nella consapevolezza che ormai non potevo aggrapparmi a nulla non c’era niente o nessuno pronto ad afferrarmi per impedirmi di cadere nel baratro… Allora perché lottare!? Perché non chiudevo gli occhi e mi lasciavo cadere nell’oscurità che ormai si accaniva su di me!? Perché… Ero troppo stanco per capire cosa mi trattenesse da smettere di credere in qualcosa… Perfino le mie mani come le braccia erano immobili e il respiro quasi moriva in gola… Come ero arrivato a quel punto… Come potevo permettere che tutto ciò mi facesse male… Mi colpisse senza pietà… Ero inerme e gli occhi offuscati consapevole di non riuscire nemmeno a capire dov’ero… Mi sentivo solo annegare e non feci nemmeno il debole sforzo di rialzarmi… Benché mi resi conto del pavimento sotto di me freddo più d’ogni altra cosa e del buio della stanza che invece di arretrare sembrava venirmi incontro quasi a stringermi per soffocarmi in un abbraccio senza più luce.
Come può una piccola virgola portar via tutto il valore a questa vita mia! Solo, sono un’inerme carcassa, attorniato dagli avvoltoi della malinconia.
Ancora oggi, nei miei occhi vedo immagini impresse di coloro che non ci sono più. È incredibile come un luogo o un oggetto, preservino quella memoria così immacolata di ricordi ed emozioni che puntualmente riaffiorano.Se ci penso mi vengono i brividi. Li erano racchiuse i miei anni, la mia vita e io stesso sono diventato insieme a loro “passato”. Già perché il tempo passa, ma non tutte le “cose” cambiano mai del tutto.