Francesco Iannì – Libertà
Che strane creature, noi uomini. Prima aneliamo alla libertà, ma poi ne abbiamo paura.
Che strane creature, noi uomini. Prima aneliamo alla libertà, ma poi ne abbiamo paura.
Provi un senso di disagio e ti senti malinconico pensando a una persona a cui vuoi bene, quando il tempo e la distanza giocano a tuo sfavore, tenendoti lontano da lei.
Mi rifiuto di pensare che un dipinto, ad esempio, possa ridursi a essere solo il risultato di un freddo processo di comunicazione che procede da un particolare punto a un altro. L’arte è un’azione, una prassi, una militanza e un dialogo, soprattutto. L’artista, però, non parla personalmente con il suo pubblico, non fa l’entertainer; lui conversa con sé stesso, porta la conversazione tra i presenti e la dona a loro senza preoccuparsi di come il dono verrà accolto. Prendendo parte a una mostra con qualcosa di proprio, il pittore accende promesse di significato che altri dovranno decifrare, finendo poi col fare i bagagli e passare a formulare un nuovo dialogo interiore.
Chi ha compreso lo straordinario potere delle parole, fa molta attenzione alle frasi che pronuncia, cosciente del fatto che gli spiriti tenebrosi del mondo invisibile potrebbero, prima o poi, impadronirsene e utilizzarle per eseguire disegni pericolosi.
Il lavoro è un obbligo a cui bisogna adempiere, ma per alcuni rischia di diventare un’alienante compulsione.
A volte, è la solita strada quella che riserva le migliori sorprese.
Ogni uomo agisce motivato da tre sole cose: paura, speranza o abitudine.