Gabriella Sipala – Figli e bambini
Non ci sentiamo veramente responsabili nella vita fino a quando non diventiamo genitori.
Non ci sentiamo veramente responsabili nella vita fino a quando non diventiamo genitori.
Una notizia che ti sconvolge, ti spiazza, ti amareggia.Tutto quello che avevi immaginato, sognato… svanito nel nulla.E lacrime, singhiozzi che nessuna parola riesce a calmare, la testa affondata nel collo del mio compagno, stretti più che potevamo impauriti per una vita che allora mai avremmo creduto di poter affrontare.Poi siamo corsi da te e ricordo che durante il tragitto ho pensato a lungo a cosa avrei fatto, a come avrei reagito e l’ansia cresceva: mi ero persino preparata le parole da dirti.Nulla, non ho detto nulla. Ho sentito solo che ormai il mio amore per te aveva “spiccato” il volo e null’altro mi importava che accarezzarti e “tenere” forte quelle microscopiche manine, perché non potevo fare di più.Poi piano piano, la nostra vita insieme a te: ci sono ancora singhiozzi, ma tante risate e occhi che brillano. I tuoi.Solo che a volte il ricordo torna e graffia ancora, soprattutto quando sei in “tempesta”.Chissà se mai passerà, chissà se diverrà così lontano da non sentirlo più nel cuore.
Niente viene al mondo senza una mamma, niente ti tiene al mondo come una mamma.
Come ti ha amato una mamma non potrà amarti nessun altro a questo mondo.
Ci sono soltanto tre modi efficaci per educare: con la paura, con l’ambizione, con l’amore.Noi rinunciamo ai primi due.
La vita dona compilation di dolori, il più squassante è certamente perdere un figlio. A meno che tu non sia un Dio.
Il sorriso di un bambino ha la dolcezza di un fiore profumato in un prato di primavera.