Gianluigi Lombardi – Tempi Moderni
Facebook non è che un esemplare strumento di amplificazione delle manie di protagonismo e di controllo degli individui.
Facebook non è che un esemplare strumento di amplificazione delle manie di protagonismo e di controllo degli individui.
Ci sono due macrocategorie di internauti: chi ha sempre voglia di comunicare e chi ha sempre voglia.
Il futuro è l’unico tempo in cui possiamo andare.
Vi sono due modi secondo cui la scienza influisce sulla vita dell’uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente ancor più indirettamente la scienza produce strumenti che hanno completamente trasformato l’esistenza umana. Il secondo è per sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa apparire meno evidente a un esame frettoloso, questa seconda modalità non è meno efficiente della prima.
Per favore smettiamola. Smettiamola di prenderci tutti in giro con Facebook, Whatsapp e stronzate varie. Smettiamola di pensare che un “mi piace” sia più importante di un “ti voglio bene”, che un messaggio “chilometrico” sia più emozionante di una lettera scritta a mano, con indirizzo, città e francobollo. Abbiate le palle di andare di andare dalla persona che vi piace, dall’amico con cui avete discusso, dal genitore deluso, e parlate. Cazzo, parlate. La bocca, gli occhi, le mani non servono per digitare o guardare uno schermo, servono per baciare, guardare, toccare. Basta volerlo. E smettiamola di prendere sempre la strada più semplice con un messaggio, un cuore in bacheca e cavolate varie. Smettiamola. Apriamo gli occhi e allontaniamoci dalla monotonia e dalla banalità. Guardiamole le persone. Negli occhi.
Non smettere di ricordati che di ricordi si muore.
Tutti buoni e tutti perfetti su Facebok, tutti che regalano tvb e cuoricini, ma come siete nella vita reale? Se il buono è così tanto, come mai fuori c’è solo il marcio?