Giulia Mascolo – Tristezza
Penso che la felicità mi odi.
Penso che la felicità mi odi.
Gridi sordi dell’amore frantumano il mio cuore. Il rumore di pietre gelide e secche che collassano. Si propaga una ultima eco nel deserto.
Ci sono giorni in cui vorrei non sentirmi così vuota, incompleta. Giorni in cui vorrei non guardare indietro e non ricordare i tanti rimpianti e i pochi rimorsi provati. Ci sono giorni difficili, in cui costa far finta che tutto vada bene. Giorni in cui avrei voglia di non ascoltare i mille pensieri che mi si accavallano in testa e non sentire così pungenti le tante ferite del passato. Ci sono giorni bui, bagnati di quella pioggia che scende silenziosa dagli occhi. Giorni che non si possono colorare, perché è la mia anima ad essere sbiadita ed incolore. Ci sono giorni in cui vorrei poter trovare un rifugio sicuro, protetto e nasconderci per sempre il mio cuore.
È banale forse dire che perdere tua madre è come se ti strappassero il cuore, che dentro la testa hai una confusione tale da sembrarti una centrifuga che ti strizza il cervello, che nell’anima hai un vuoto così totale che niente e nessuno riesce a colmare tutto ciò sarà banale ma… con un calda lacrima che solca la mia gota sto solo banalmente esprimendo quello che provo.
E spesso mi assale quella strana sensazione di aver già visto cose che non conoscevo o di aver vissuto un momento che in realtà non ho mai vissuto, divento triste e malinconica, sento addosso il peso di un qualcosa o di una colpa che non è mia, come se fossi responsabile di non aver fatto nulla per cambiare un evento importante, me ne rimango li seduta a fissare il nulla con il viso rigato di lacrime, accusandomi e assumendomi colpe, che in fondo non ho.
Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni, credo sempre che negli altri ci sia del “buono”, cerco di comprendere anche l’assurdo e poi, beh, la prima a prendere una bella delusione!
Una lacrima racchiude speranze, sogni, gioia, dolore, paura.Che strano che una cosa così piena possa scivolare così facilmente.