Giuseppe Catalfamo – Dillo in sei parole
Tutti, indistintamente, coltiviamo vene di follia.
Tutti, indistintamente, coltiviamo vene di follia.
La “tristezza” devasta più del “dolore”.
Se nel nostro tempo un falegname trentenne si professasse il Messia, come d’altronde gli Avventisti del settimo Giorno auspicano, andasse in piazza, ci dicesse parole d’amore, narrasse novelle, indicasse una nuova vita di povertà volta al bene spirituale, volesse che lo seguissimo diventando pescatori di anime e in ultimo impeto di vocazione divina si facesse crocifiggere dicendo che è per la nostra salvezza… Bhè, non v’è la pallida titubanza che sarebbe considerato un emerito imbecille.
Il nostro onore si chiama fedeltà!
Raccapriccio pensando l’immenso dolore di quella “povera” Donna che partorì Dio.Spero sia ermafrodito.
Esser Mandeo è pigmentarsi d’informazioni. Nato gemello del cristianesimo, lo gnosticismo, entrò subito in attrito con esso e tutte le varie ramificazioni soprattutto per il suo “pessimismo reale”. Non era per il popolo, per la plebe, il movimento religioso voleva sapere voleva risposte, nutrimento per eletti e dotati. Una delle sue conclusioni concettuali era che esistono tante forme di culto per quanti ne professano l’autorità. Pensiero troppo anarchicamente complicato per poter tenere sotto il maglio le masse ignoranti. Fatti estinguere… Conviene professare la Fede del non fare domande.
Ogni diatriba umana vede ambedue le parti concettualmente convinte d’esser nel “giusto”. Non è possibile.