Giuseppe Ungaretti – Filosofia
Eternità.Tra un fiore colto e l’altro donatol’inesprimibile nulla.
Eternità.Tra un fiore colto e l’altro donatol’inesprimibile nulla.
In tutte le circostanze della vita non bisogna mai perdere la propria signorilità.
Per non morire anzi tempo è necessario, nonostante tutto, preservare “viva” la nostra innata capacità di amare.
Meglio un addio inespresso di un addio contemplato.
Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell’ora è disfare.
Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che procurano all’anima i più grandi timori.
È certamente stolto pretendere da altri ciò che nessuno può ottenere da se stesso, di essere attento, appunto, più agli altri che a sé, di non essere avaro, né invidioso, né ambizioso ecc., soprattutto per chi sia ogni giorno esposto alle fortissime spinte di tutte le passioni.