Lucia Quarta – Guerra & Pace
Le ali a volte le userei, per andare lontano su un’isola, è lì che andrei, dove regna il silenzio, dove c’è tanta pace, in un cassetto chiuderei la guerra… mettendolo sotto terra.
Le ali a volte le userei, per andare lontano su un’isola, è lì che andrei, dove regna il silenzio, dove c’è tanta pace, in un cassetto chiuderei la guerra… mettendolo sotto terra.
Siamo in guerra e io sono un soldato, generazione dopo generazione, si deve soffrire e morire, siamo preparati a questo e Voi? Abbiamo la perseveranza, la tenacia, la fede. Potete bombardarci, toglierci il cibo, occupare tutti i nostri luoghi sacri, ma non perderemo mai la nostra fede, portiamo Dio nel nostro cuore nelle nostre anime, morire significa unirsi a Dio. Potrà volerci un secolo, due secoli, tre secoli ma riusciremo a sterminarvi.
Negli avvenimenti storici si disegna con la più grande chiarezza la proibizione di gustare i frutti del buon albero. Solo l’attività incosciente è fruttuosa, e l’uomo che sostiene una parte negli avvenimenti storici non ne capisce mai l’importanza.
Non si uccide per orgoglio, non si uccide per un Dio, non si uccide e basta.
Per il guerriero è questione di armi, per il lottatore invece è solo questione di palle. Palese è la differenza.
Finché l’uomo sarà ossessionato dal potere del controllo, nessun Dio sarà grande! E, le guerre non avranno mai fine!
Per quanta acqua il nostro mondo possa contenere, l’uomo preferisce combattere il fuoco con il fuoco. Il mondo continuerà a bruciare e l’uomo affogherà.
Il lume della ragione si spegne dal momento in cui tutti vogliono per forza avere ragione.
In questo fottuto mondo la gente non da peso alle parole, sono le parole che danno un peso a loro, ma ciò che resta di loro è solo merda.
Che strani questi umani, spendono tanto per la ricerca delle armi e pochissimo per la ricerca alla salute! Passiamo ad un altro pianeta!
La cosa bella della vita è che proprio quando pensi di aver perso una delle tante battaglie, ti si presenta davanti l’occasione unica che non solo ti permette di capovolgere la situazione, ma anche di trasformare il grigiore e la malinconia della rassegnazione in autentici raggi di sole.
Non si può desiderare la pace o addirittura voler essere intermediari di pace se poi non si perdona un amico e lo si estromette dalla propria vita, oppure si litiga spesso in famiglia e non si è sereni con se stessi. La pace la devi far nascere dentro di te ogni giorno con i semi dell’amore, dell’umiltà e del perdono.
Riderò sempre pensando a quelle persone che aspettavano la mia resa. Mi dispiace di cuore deludervi, ma sappiate che non sono una che aspetta la fine. Sono una guerriera e come tale, arrendermi senza provarci non fa parte del mio carattere.
La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell’umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l’uomo. La guerra sta all’uomo, come la maternità alla donna.
Si vis pacem, para pacem.
– Quando parlo di soldati, intendo i soldati di fanteria, i malvestiti, i laceri, i sudici, i buffi e miserabili soldati di fanteria. Le altre armi, che hanno preso magnificamente parte alla guerra, non hanno contribuito a formare l’odierna mentalità del popolo, balzata fuori dal tormentoso crogiolo della fanteria.
Le dittature sono fuori legge. Ogni Nazione libera aveva il diritto di invadere la Germania nazista e, oggi, ha il diritto di invadere la Russia sovietica, Cuba o qualsiasi altra gabbia di schiavi. Che una Nazione libera scelga di farlo o meno, è una questione del suo interesse, non di rispetto di diritti inesistenti di una gang al potere. Non è un dovere di una Nazione libera, liberare altre Nazioni a costo di sacrificarsi, ma una Nazione libera ha il diritto di farlo, quando e se sceglie di farlo.