Gustave Le Bon – Religione
Se l’ateismo si propagasse, diventerebbe una religione non meno intollerante delle antiche.
Se l’ateismo si propagasse, diventerebbe una religione non meno intollerante delle antiche.
Anche tu sei stato abbattuto come noi,sei diventato uguale a noi.Negli inferi è precipitato il tuo fasto,la musica delle tue arpe;sotto di te v’è uno strato di marciume,tua coltre sono i vermi.Come mai sei caduto dal cielo,Lucifero, figlio dell’aurora?Come mai sei stato steso a terra,signore di popoli?Eppure tu pensavi:Salirò in cielo,sulle stelle di Dioinnalzerò il tronodimorerò sul monte dell’assemblea,nelle parti più remote del settentrione.Salirò sulle regioni superiori delle nubi,mi farò uguale all’Altissimo.e invece sei stato precipitato negli inferi,nelle profondità dell’abisso!Quanti ti vedono ti guardano fisso,ti osservano attentamente.È questo l’individuo che sconvolgeva la terra,che faceva tremare i regni,che riduceva il mondo a un deserto,che ne distruggeva le città,che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?Tutti i re dei popoli,tutti riposano con onore,ognuno nella sua tomba.Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,come un virgulto spregevole;sei circondato da uccisi trafitti da spada,come una carogna calpestata.
Il piacere è una religione, il corpo il suo tempio.
La religione non è l’oppio dei popoli ma il tabacco.
La nostra fede è qualcosa che non deve trovare mai fine… è il navigatore della nostra anima.
Tu senti parlare di una vergine e di una umile: se non puoi imitare la verginità dell’umile, imita l’umiltà della vergine.
Siamo incalzati in ogni modo, ma non alle strette da non muoverci; siamo perplessi, ma non assolutamente senza via d’uscita.