Henrik Ibsen – Politica
Non usate la parola straniera “ideali”. Abbiamo nella nostra lingua l’eccellente termine “bugie”.
Non usate la parola straniera “ideali”. Abbiamo nella nostra lingua l’eccellente termine “bugie”.
Il Sindaco di Roma ha tolto tutte le prostitute per strada e le ha consegnate a Berlusconi: ci penserà lui a trovargli un posto in parlamento.
Lavorare in catena otto ore al giorno per mille euro al mese potrebbe essere un buon corso di sopravvivenza per i nostri politici.
Fare una legge e non farla rispettare equivale ad autorizzare la cosa che si vuole proibire.
Nessuno ha colpa se i delinquenti nascono, qualcuno ha colpa se i delinquenti esistono, lo stato ha colpa se i delinquenti continuano a delinquere e non pagano.
Un bel giorno il partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi che l’aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. In fin dei conti come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?
La politica è stupenda. La politica permette a un solo uomo giusto nella posizione giusta di commettere atti giustamente giusti e volti alla sola giustizia così che l’ingiustizia non domini più nel regno del caos.Il problema è che la frase sopra contiene già più “giusti” di quelli presenti nelle posizioni di potere mondiale oggi.