Henry Louis Mencken – Politica
Votare è semplicemente decidere quale parte è più forte senza sottoporla al test di una lotta.
Votare è semplicemente decidere quale parte è più forte senza sottoporla al test di una lotta.
Se il saggio ma inutile astensionismo continuerà, la lotta fra i partiti non sarà più quella fatta per accaparrarsi più voti possibili, ma per litigarsi l’ultimo elettore rimasto.
Anche per i più grandi uomini di stato fare politica vuol dire improvvisare e sperare nella fortuna.
Questo paese ha avuto per un quarto di secolo un regime fascista e per mezzo secolo un regime democristiano, anche se con forti minoranze democratiche. I sedimenti del secondo prevalgono tuttora su quelli del primo, ma oggi andiamo verso un sistema inedito che li assomma e li mischia, e che meriterebbe di essere studiato antropologicamente. Servirebbe Gramsci, più di Marx.
Oggi non si assiste più ad un dibattito politico che porti al centro della discussione i veri interessi della comunità di una nazione ma ciascun politico sente il dovere “morale” di proteggere e di palesare le cause personali volute dagli schieramenti e dai partiti della coalizione di appartenenza; anche al costo di disattendere le motivazioni che hanno spinto gli elettori a votare quel dato governo.
Se sei lavorofobo e a te non te ne frega un tubo che la gente inveisca contro tua madre, prega per vincere qualche elezione e sii parassita anche tu. Ma fallo subito, perché la concorrenza diventa ogni giorno più aggressiva e sleale.
Nei dibattiti televisivi e nelle interviste assistiamo spesso al solito squallido spettacolo fra chi l’Italia la vuole governare a modo suo (i politici) e chi la vuole raccontare a modo suo (i giornalisti)