Irena Kapo – Uomini & Donne
Si dice che un uomo è come il gambero, per non farlo andare male devi fargli perdere la testa, allora posso dire che le donne sono come le aragoste, bisogna tenerle vive fino all’ultimo per essere tenere.
Si dice che un uomo è come il gambero, per non farlo andare male devi fargli perdere la testa, allora posso dire che le donne sono come le aragoste, bisogna tenerle vive fino all’ultimo per essere tenere.
Era sempre cosi che finiva tra noi ad ogni litigio, mettendoci le mani addosso, distesi sul letto amandoci più di prima. Era cosi che finiva tra noi.
La diversità è il maestro sincero che insegna l’unico sentiero. Nel diverso solo l’altro te stesso.
Non capisco bene perché gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angeli.
Quello che fa male va rimosso. Un po’ come un dente cariato. Io non me ne vado, resto. Mi limito a rimuovere chi mi fa, volontariamente o meno, del male. Perché se un dente può meritare di essere salvato ad ogni costo tu, invece, no. Pensa, sei più inutile di un dente fallato. Ed è tutto dire.
Noi donne siamo nate – o siamo state educate così? – attente a tutto quello che accade agli altri, ma assai poco a ciò che ci riguarda in prima persona. Nel linguaggio del non detto, viviamo protese verso “l’altro finale”: la maternità. I figli maschi non si accorgono di nulla, loro giocano a pallone; le femmine, invece, si preoccupano perché il viso della mamma è segnato dalla tristezza: da sempre sanno riconoscere le espressioni della tristezza.
E poi, esiste quella purezza dell’anima, e tu ne vedi, la sua vera bellezza guardando nei suoi occhi!