Irene Campisi – Morte
La morte è l’alba di un eterno tramonto.
La morte è l’alba di un eterno tramonto.
La morte è la barca che ci traghetta all’altra sponda.
Il tuo ricordo batte incessantemente nella mia anima.La tua mancanza mi fa oscillare sullo striminzito limite che c’è tra realtà e ricordo. Piango lacrime piene di speranza vana, il non vedere il tuo volto mi fa vagare senza meta in un mondo buio. Non riesco a credere di piangere per te, ridurre la tua vita ad un attimo, la morte, è approssimativo: ricordarti con angoscia per la sola emozione che si prova a ritrovarsi senza speranze in un attimo è vana cosa. Voglio ricordarti per quel tanto bene che mi hai dato, voglio cancellare la tristezza con un colpo d’anima, il tuo volto deve darmi ancora una volta il sorriso, una gioia che mi rimembra come tu continui anche nella tua assenza a portare luce ai miei giorni. Grazie di tutto nonno!
Apprezzo e amo la vita così com’è, perché la conosco, non posso dire altrettanto della morte, perché non la conosco, e quando arriverà, non avrò modo di esprimere nessun giudizio a riguardo.
Non ti uccide solo una malattia, un incidente, la droga, o l’alcol, anche chi senza pietà illude chi ha un core sensibile.
La morte di Claudia era la causa della fine di ogni cosa.
La morte è una incognita fine a se stessa.Chi potrà mai raccontare questa straordinaria esperienza.Certamente una fine diversa la vita non poteva inventarsi.O forse si?