Italo Calvino – Viaggi e vacanze
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Voglio non fermarmi mai e passo dopo passo camminare per il mondo finché morte non sopraggiunga.
[…] C’era l’alba verdastra; sul prato i due sottili duellanti neri erano fermi con le spade sull’attenti. Il lebbroso soffiò il corno: era il segnale; il cielo vibrò come una membrana tesa, i ghiri nelle tane affondarono le unghie nel terriccio, le gazze senza togliere il capo di sotto l’ala si strapparono una penna dall’ascella facendosi dolore, e la bocca del lombrico mangiò la propria coda, e la vipera si punse coi suoi denti, e la vespa si ruppe l’aculeo sulla pietra, e ogni cosa si voltava contro se stessa, la brina delle pozze ghiacciava, i licheni diventavano pietra e le pietre licheni, la foglia secca diventava terra, e la gomma spessa e dura uccideva senza scampo gli alberi. Così, l’uomo s’avventava contro di sé con entrambe le mani armate d’una spada…
Ogni viaggio arriva ad una destinazione, e quella destinazione è la notte, ma ci sono anche destinazioni provvisorie, si parte si arriva, si torna indietro e si sorvola e si riparte ancora; e chi sa mai se un giorno si arriverà veramente a quel maledetto destino che ci siamo sognati.
Per anni io e mio marito siamo stati a favore della vacanze separate, ma i nostri figli sono sempre riusciti a trovarci.
Portami dove vuoi ma portami lontano…
Al soldato di conquista ogni terra è nemica, anche la sua.