Jean Cau – Vita
Non è la vita che conta, ma quel che se ne fa.
Non è la vita che conta, ma quel che se ne fa.
Vivo distante dalla realtà, come fuoco lontano dall’acqua.
Se vuoi ti presto le mie scarpe, ne hanno fatta di strada sai. I piedi fanno male e mentre osservi il mio camminare vago e giudichi, io proseguo nel mio sentiero tortuoso che è la vita. Se mi guardo indietro vedo distese di campi e risuoni di echi. Voci e ricordi che porto con me nel mio bagaglio come prova del mio percorso. Ho lasciato indietro il passato. Lui mi segue e mi perseguita convinto di rallentare il mio passo. Non lo posso ascoltare se voglio arrivare alla meta. E nel mio passato rivedo occhi che hanno letto dentro, bocche che hanno sputato addosso, mani che hanno accarezzato, ma che han saputo anche ferire. Le rughe del mio volto ne sono la prova. Le suole delle mie scarpe son consumate ormai. Ma per vedere il cielo e sentire il vento non mi servono più e se vuoi te le presto, così capirai che per giudicare la mia vita dovrai prima viverla come me. Nel mio presente ora non mi servono più le mie vecchie scarpe. Mi bastano le ali per spiccare il volo e sentire la vita tutta addosso, prima che scappi via e che sia finita.
Tutto ciò che fai ti verrà ripagato… anche se a volte con un po’ di amarezza nel cuore!
Una vita che sta per finire, con un organo donato rifiorisce. Un dono così grande, come quando si accende una luce nella notte.
La lingua è un organo ribelle, ma il silenzio avvelena l’anima. Bisogna solo saper gestire le due cose.
Solo camminando al mio fianco potrai capire il perché di quella direzione.