Jean Cau – Vita
Non è la vita che conta, ma quel che se ne fa.
Non è la vita che conta, ma quel che se ne fa.
A tutte quelle persone che hanno cercato di ferirmi. A tutti quelli che hanno anche solo di passaggio sfiorato la mia vita. A tutti quelli che non mi hanno capita o che non hanno nemmeno minimamente provato a farlo. A tutti quelli che si sono sentiti in diritto di criticarmi e giudicarmi. A tutti quelli che pur dedicandogli il mio tempo di me non hanno saputo cogliere niente. A tutti quelli che anche vivendomi non hanno saputo lasciarmi niente dentro. Andate altrove! Perché nella mia vita ho bisogno di chi mi accudisce, di chi resta, di chi mi ascolta e prova a capire. Ho bisogno di chi non mi giudica ma mi appoggia. E soprattutto ho bisogno di chi sa lasciarmi anche un solo attimo positivo, perché di quelli negativi ne ho vissuti e superati abbastanza!
Rinunziare significa, a volte, essere consapevoli di non fare mai ciò che ci si era prefissati: se ne vale la pena, giuro, non so. Io non credo.
Qualunque cosa tu faccia mettici un pizzico di passione, sicuramente verrai ripagato.
Quando scrivo, carezzo l’idea di schiaffeggiarmi dolcemente.
L’occidente, il luogo del tramonto, come meta finale del viaggio della vita; un approdo tranquillo, dove i marosi dell’esistenza terrena tacciono, dove troveremo molte vele ormai a riposo. Una volta avvistata la riva dell’eternità potremo gettare l’ancora e fissarla saldamente in quel porto immune da qualsiasi tempesta.
Che brutta razza è quella delle persone la cui anima riposa tutta sul cerimoniale, il cui poetare e fare consiste per anni nel mirare unicamente alla conquista di un posto più importante a tavola!