Jean-Paul Sartre – Morte
Il più vile degli assassini è quello che ha del rimorso.
Il più vile degli assassini è quello che ha del rimorso.
Sento un amaro in bocca, quanto un veleno.
La morte è il mio mestiere, ci guadagno da vivere, ci costruisco la mia reputazione professionale. Io tratto la morte con la passione e la precisione di un becchino: serio e comprensivo quando sono in compagnia dei familiari in lacrime, ma freddo osservatore quando sono solo. Ho sempre pensato che il segreto nel trattare con la morte consistesse nel tenerla a debita distanza. Questa era la regola: non permetterle di avvicinarsi sino a sentirne il fiato sul collo.
Tutto finisce affinché tutto ricominci, tutto muore affinché tutto viva.
La presenza a sé sta ad indicare che una impalpabile fessura si è insinuata nell’essere. Se è presente a sé significa che non è più totalmente sé. La presenza è una degradazione immediata della coincidenza, perché suppone la separazione. Ma se chiediamo ora: che cosa separa il soggetto da se stesso? Dobbiamo rispondere: nulla.
Muoia, per favore!
Non possiamo non morire, in compenso possiamo scegliere come vivere.