Jeanette Winterson – Tristezza
Non ci sono orologi nella Sofferenza, solo un ticchettio incessante.
Non ci sono orologi nella Sofferenza, solo un ticchettio incessante.
Ci sono giorni in cui dalla bocca ti escono sorrisi malgrado intorno al cuore tu abbia del filo spinato.
Per comprendere il dolore che abbiamo “donato”, basterebbe a volte pensare un po’ meno a sé.
Non passa mai il dolore della perdita di una persona cara, di un amico, si può far finta che non bruci più quella cicatrice ma è inevitabile far scendere le lacrime giù quando ritorna nella mente quei ricordi di momenti felici.
Arriva un chiarore improvviso, un lampo a ciel sereno, che illumina tutte le tue malinconie e, quando ti manca quel bagliore resti da solo al buio, scivolando nella monotonia di quella nostalgia, che non sai dove ti porterà a finire, dove condurrà il tuo cammino quel gelido inverno, che paralizza ogni battito del tuo cuore in una gelida agonia.
Siamo sempre pronti per gli altri, diamo per scontato che anche gli altri siano disposti a fare per te quello che tu riesci a fare per loro e poi ti svegli un giorno e ti accorgi che nel tuo dolore sei rimasta sola, e ti accorgi che ti sei legata tanto a chi non sa tenere legato nessun vincolo.
Il lento deterioramento non desta sospetto perché si dilegua alla nostra coscienza, ma ci conduce verso un destino di sofferenza.