Johann Wolfgang Goethe – Politica
In genere nessuno invoca tanto la libertà di stampa, quanto colui che vuole abusarne.
In genere nessuno invoca tanto la libertà di stampa, quanto colui che vuole abusarne.
L’Anno Primo della Libertà non è mai durato più di un giorno, perché l’indomani stesso gli uomini tornano a cacciarsi sotto il giogo della Legge e della nuova Autorità.
L’unico lavoro che non soffre la crisi è quello del politico, forse perché non è un lavoro.
Per moltissime persone esiste e ha valore solo ciò che conoscono, perché lo vedono alla tivù, sui giornali e perché tanti nomi “autorevoli” della stampa, dell’informazione (In realtà pagati per farlo), ne parlano. Ecco perché mi vengono spontanee delle risate omeriche quando sento dire da qualcuno: io sono libero e scelgo con la mia testa!
L’italiano medio, tra clic e ristoranti, si lamenta da decenni di chi lo governa, eppure questi sono ancora lì, con i loro flaccidi culoni sui comodi scranni a tirar fuori conigli morti dal cilindro del nostro futuro. L’homo italicus alla piazza preferisce da sempre la pizza, alle manifestazioni, le degustazioni, non conosce chi sia il ministro della difesa, ma ti citerebbe il centrocampo dell’Atalanta, anziché di politica attiva si nutre, davanti la sua pay tv, di polemica cattiva, gli aumentano l’iva ma lui continua a interessarsi del matrimonio della diva, non capisce di devolution, basta che funzioni la Playstation. Siamo patologicamente privi di memoria storica, anche a breve termine; non so se il nostro senso civico sia affetto da Alzheimer o sindrome di Stoccolma.
Mi chiamano pescivendola ma non mi offendo.
Abbiamo sperimentato che i leader politici non sempre intendono il contrario di quello che dicono.