John Ernst Steinbeck – Libri
Alle dieci e quarantacinque tutto era finito. La città era occupata, i difensori abbattuti e la guerra finita. L’invasore si era preparato per questa campagna con la stessa cura che per altre di maggior ampiezza.
Alle dieci e quarantacinque tutto era finito. La città era occupata, i difensori abbattuti e la guerra finita. L’invasore si era preparato per questa campagna con la stessa cura che per altre di maggior ampiezza.
Non sono le cose a decretare chi siamo. Non sono gli abiti che indossiamo, le macchine che guidiamo o le opere che compriamo. Non è neppure dove viviamo, ma come viviamo.
Agiscono ovvie suggestioni già percepite in circostaze precedenti – ma mai valutate con tanta coscienza come ora – e alla seduzione di un’ipotetica, incantevole perdita di sé in questo silenzio sinuoso, si aggiunge l’infida tensione di una percezione ben poco ragionevole.
Mi hanno frammentata ma io mi sento più integra di ieri.Perché mi sono ridestata, non da un sogno, ma dalla realtà.Oggi io sono un sogno.E i sogni non possono essere spezzati: o svaniscono o volano in alto…Io sto volando.Le mie ali sono i miei ideali e il mio cielo è la speranza.Oggi sono intera, perché ho capito di non avere bisogno di colui che continuo ad attenere per sentirmi viva.Finché avrò desideri, io sarò viva…Io volerò e lascerò precipitare altri frammenti di me, ma mai me.E quando t’incontrerò, non saranno due metà che diventano una. Ma saremo due unità che raddoppieranno la misura dei nostri cieli…Perché noi saremo sogni e i sogni non hanno confini, se non quelli imposti dalle nostre incertezze.Ma noi non ne avremo.Oggi torno a crederci.Oggi torno alle mie parole…
Stare sdraiata là e sentirmi vulnerabile, e pensare a tutto quello che era successo tra noi, e chiedermi come avrebbe cambiato le cose, e quando avessi cominciato ad amarlo tanto e in modo tanto struggente, e sentire quanto ero terrorizzata e al tempo stesso estasiata, e come ogni cellula del mio corpo si sentiva così viva…Era praticamente la peggior cosa che potesse succedere ad una ragazza.La raccomando assolutamente.Quando Fang chiese se fosse tempo di tornare, pensai pigramente: a cosa?Ecco com’è normalmente il mio cervello: o.Ed ecco com’è il mio cervello dopo aver baciato Fang: Che tristezza…
Un buon libro, è una delle compagnie più belle che si possa avere.
Amo le immagini, un quadro, una fotografia. Trovo nelle immagini la stessa poesia che trovo nelle parole scritte, lo stesso desiderio di comunicare. Una bella immagine può dar vita a una frase, mostrando ai tuoi occhi il pensiero del poeta.