John Keats – Poesia
Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.
Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.
Anche il poeta ha un corpo.Mangia. Invecchia.Anche il poeta è strettonella sua triste carne.
La poesia indossa la maschera dell’identità del poeta.
La penna in mano ad un poeta è la bacchetta magica del mago della dolcezza!
Scrivere poesie non è un dono, né un vanto o una passione. È semplicemente una necessità.
Io conosco poeti che spostano i fiumi col pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.
Anche il poeta ha un corpo.Mangia. Invecchia.Anche il poeta è strettonella sua triste carne.
La poesia indossa la maschera dell’identità del poeta.
La penna in mano ad un poeta è la bacchetta magica del mago della dolcezza!
Scrivere poesie non è un dono, né un vanto o una passione. È semplicemente una necessità.
Io conosco poeti che spostano i fiumi col pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.
Anche il poeta ha un corpo.Mangia. Invecchia.Anche il poeta è strettonella sua triste carne.
La poesia indossa la maschera dell’identità del poeta.
La penna in mano ad un poeta è la bacchetta magica del mago della dolcezza!
Scrivere poesie non è un dono, né un vanto o una passione. È semplicemente una necessità.
Io conosco poeti che spostano i fiumi col pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.