Jorge Luis Borges – Stati d’Animo
Finché dura il pentimento, dura la colpa.
Finché dura il pentimento, dura la colpa.
È come se noi per nostra natura cerchiamo sempre di trattenere la nostra vita, le nostre emozioni, tutto quello che ci accade nel palmo della nostra mano. Cerchiamo di afferrare con tanta forza, bloccando il passaggio e il normale scorrimento. Dobbiamo soltanto aprire la mano e lasciar fluire tutto senza trattenere, abbandoniamoci al flusso. Svestiamoci dal personaggio creato da noi stessi e rindossiamo i nostri veri panni da troppo ormai riposti, torniamo alla nostra essenza, ascoltiamo questo bombardamento di sensazioni e di messaggi mandati ad aiutarci, ascoltiamo il silenzio così ricco di significato e ascoltiamo la brezza che ci consola e ci viene a ricordare che tutto questo non è un sogno è la tua vita. Riabbracciala, accettala e salutala con affetto per il vostro ricongiungimento.
Le persone fragili hanno bisogno di tocchi soavi.
Si è spesso soli su una zattera, circondati da un mare in tempesta, soggetti a flutti e venti minacciosi, irriverenti, irriguardosi dei tuoi affanni. Ma ecco che di lontano una luce fioca, poi brillante, sottrae lo sguardo e la mente da pensieri funesti. La mano tesa di un bimbo che ti giura amore eterno e che, ancora una volta, ti fa sentire più grande, più saggio e più coraggioso. Un padre.
Porta alla luce i pregi di qualcuno e ne avrai riconoscenza almeno apparente.
Le emozioni sono cavalli selvaggi. Non sono le spiegazioni che ci fanno avanzare, è la volontà di proseguire.
È normale, per uno come me che sempre vissuto in un mondo reale, ma in realtà irreale, sentirsi anormale, perché per me, dubitare di tutto è una cosa normale!