José Ortega y Gasset – Paura & Coraggio
Col complicarsi dei problemi, si vanno perfezionando anche i mezzi per risolverli.
Col complicarsi dei problemi, si vanno perfezionando anche i mezzi per risolverli.
La volgarità è il pretesto principe con cui i tromboni, di tutte le epoche, hanno cercato di tappar bocca alla satira. Si parva licet, anche del Boccaccio dicevano che era volgare e anche lui difendeva la sua arte, come me in questo momento. La verità è che la satira non è volgare, è esplicita. La satira usa come tecnica la riduzione al corporeo, alle esigenze fisiologiche primarie: mangiare, bere, urinare, defecare, scopare. Lo fa per sovvertire le gerarchie costituite. È il potere liberatorio della satira, secondo la tradizione millenaria che dalle sette dionisiache arriva fino al nostro Carnevale. Non esiste sacro senza profano. Il sacro senza profano diventa integralismo.
Siamo persone forti, piene di coraggio. Non siamo disposte ad abbassare la testa ne a cedere a ricatti e ci ribelliamo di fronte alle false dichiarazioni. Poi ci perdiamo in cose magari meno gravi, e versiamo fiumi di lacrime, soffriamo perché ci sentiamo feriti dentro, pugnalati ingiustamente da colui in cui noi avevamo riposto la più totale fiducia, sbagliando!
Cedere alla paura significa rinunciare alla libertà e a tutto il resto, quindi già dire di avere paura significa far loro piacere. E quindi non lo dirò.
Tu sei come una farfalla: sei libero, ma incatenato al tempo; sei fantastico, ma hai paura di non vivere appieno; sai volare, ma non sfrutti l’altezza; sei bellissimo, ma non hai vanità; sei dolce come il miele, ma nasci da un fetente bruco; hai le antenne per ascoltare e raggiungi l’anima di chi vuoi, ma non rischi per tempo della vita, per paura di non farcela.
Sono gelosa del mio uomo, ma sono sicura di me e del suo amore. Le insicurezze: è per colpa loro che non si dà il giusto valore.
La paura di non essere felice giunge più veloce della felicità stessa. Ecco perché il più delle volte preferiamo non viverla.