Laila Andreoni – Stati d’Animo
A volte si attende, per non morire dentro.
A volte si attende, per non morire dentro.
Non sono sereno, ho nuvole nei miei pensieri.
L’orgoglio fa essere forti, ma non sempre felici.
Ho composto intere filosofie per dare risposta alle tante domande che mi pongo, e delle volte ho ricevuto anche risposte. Eppure molte paure mi rimangono, e altrettante domande. Oggi sono sola come ieri, e ancora mi domando cosa ci faccio io al mondo, e qual è il senso del mio essere qui, e dove andrò a finire dopo questa vita. L’esistenza a volte mi minaccia ed io cerco un rifugio, una protezione da quel senso di precarietà che è la mia vita. Per me ieri come di oggi è l’angoscia di fronte alla morte, e al’insicurezza che so di avere in me, il mio inizio e di non poter padroneggiare il mio destino. Il castello di vetro che mi sono costruita come una fortezza attorno a me è un involucro che mi protegge dal mondo esterno, dalle sofferenze e dal dolore. Però quando sento di poter far crollare quel vetro decodo di affrontare le mie paure e lasciarmi abbandonare dall’amore, quello che sa accarezzare, quello che sa comprendere l’anima e il cuore che dal gelo profondo si scioglie come neve al sole. Ora sono sola con me stessa, ma serena perché affronto attraverso i miei silenzi la mia esistenza.
Adoro il bianco e nero, specie quando è il soggetto ad emanare colori variegati, di luce propria.
Crollano a pezzi i palazzi, figuriamoci le persone.
È sempre opportuno distinguere chi si definisce “solo” da chi invece “solitario”. Il primo ripudia la sua condizione e ne soffre, il secondo la cerca e ne beneficia.