Angela Cicolari – Libri
I libri mi hanno rovinata? Io sono sono sempre stata una che li legge, perché questo dovrebbe fare imbufalire?
I libri mi hanno rovinata? Io sono sono sempre stata una che li legge, perché questo dovrebbe fare imbufalire?
La nostra relazione non poteva continuare in quel modo, in equilibrio sulla punta di un coltello. Prima o poi saremmo caduti, da una parte o dall’altra della lama, e ciò dipendeva esclusivamente dalle sue scelte, o dai suoi istinti. Io avevo preso una decisione prima ancora di rendermene conto razionalmente ed ero pronta a rispettarla fino in fondo. Perché niente era per me più terrificante, più straziante, del pensiero di allontanarmi da lui.
Sono corsa a casa volando, leggera come un aquilone lanciato contro le nuvole. Saltellavo, sorridevo come un bimbo davanti a un giocattolo nuovo. Volevo cantare, gridare al mondo intero il suo nome, raccontare che poteva essere vero. E il resto del mondo diminuiva, rimpiccioliva a vista d’occhio, perdeva importanza. La terra con tutti i suoi problemi era troppo piccola per contenere la mia felicità!
Hai poco da rallegrarti, Lettore. Il segreto che ti si rivela, l’intimità tra loro, consiste nella complementarietà di due ritmi vitali. Per Irnerio conta solo ciò che si vive istante per istante; l’arte conta per lui come spesa d’energia vitale, non come opera che resta, non come quell’accumulazione di vita che Ludmilla cerca nei libri. Ma quell’energia accumulata in qualche modo la riconosce anche lui, senza bisogno di leggere, e sente il bisogno di farla tornare in circuito usando i libri di Ludmilla come supporto materiale per opere in cui lui possa investire la propria energia almeno un istante.
Canta! Perché il bagno sul finir del giornoSai che laverà via il fango più immondo!Pazzo è colui che si rifiuta di cantare;Dell’Acqua Calda non vi è piacer più salutare!Dolce è della pioggia che cade intorno il suono,E del ruscel che scorre dal colle al pianoro;Ma meglio della pioggia e dell’impetuoso torrente,È l’Acqua Calda di un fango fumante e bollente.D’acqua fredda il bisogno noi risentiamo a voltePer cavare la sete e procurar sollievo;Ma in questi casi è meglio di Birra una botteE giù per la tua schiena Acqua Calda a dirotto.Bello è veder l’acqua zampillareE da una fonte limpida al sole scintillare,ma suono di fontana non sarà mai sì piacevoleCome dello sguazzar nell’Acqua Calda il rumor allettevole!
Con i miei numerosi segni d’interpunzione in realtà io vorrei rallentare il ritmo della lettura. Perché vorrei essere letto lentamente.
“Ma dove troverò il coraggio necessario? “, chiese Frodo. “È ciò di cui ho più bisogno”.”Lo troverai nei luoghi più impensati”, disse Gildor.
I suoi modi erano quelli di chi domina il suo destino.
Una cosa ho deciso dentro di me: se alla fine scopriremo che Mina è destinata a diventare un vampiro, allora non intraprenderà da sola quel cammino sconosciuto e terribile.
Una sofferenza come la mia non ha orgoglio.Cosa mi importa se si saprà che sono disperata?Tutto il mondo può avere il trionfo di vedermi in questo stato. Quelli che non sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti. Possono resistere agli oltraggi, o ricambiare le provocazioni. Io non posso farlo. Io devo soffrire, mi devo disperare, e che tutti quelli che vogliono godere di questo siano i benvenuti
Aveva sempre accettato di servire il tempio di Apollo, con tutta l’ingenuità del primo amore, ma non era mai stata una libera scelta.
“Il suolo ha bisogno della semente, cosi come il seme necessita del suolo. Uno ha senso solo se incontra l’altra. La medesima cosa avviene per gli esseri umani. Quando la conoscenza maschile si fonde con la trasformazione femminile, nasce la grande unione magica, che si chiama Sapienza.””La Sapienza è conoscere e trasformare.”
Esile più di un salice! Più limpida dell’acqua! Più brillante di un lume!O giunco chinato sul lago! O dolce Figlia del Fiume!Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate!Tu delle fronde le risa, e brezza sulle cascate!
Addio a voi, mio atrio e mio caro braciere,Il vento può soffiare e la pioggia cadereMa prima della rugiada, che l’alba fresca bagna,Noi marcerem pei boschi e sull’alta montagna.A Gran Burrone, ove sono gli Elfi intenti all’opre,In radure che un fine velo di nebbia ricopre,Arriverem attraverso lande deserte e brughiere,E da lì poi dove andrem, nessuno può sapere.Davanti a noi i nemici e dietro lo spavento,Il nostro letto sarà sotto il cielo e nel vento,Fino al gioro in cui con la stanchezza in volto,Il viaggio sarà finito, e il compito svolto.Dobbiamo andare! Dobbiamo andare!Prima che l’alba incominci a spuntare!
O voi che entrate nel paese oscuro,Non disperate! Benché d’aspetto a volte cupo e duro,Ogni bosco finisce,Ed il sole apparisce:Il sole dell’alba, il sole del vespro,Il giorno che nasce e che muore grandioso,Poiché il bosco svanisce a ovest o a est…
È giunta l’ora del popolo della Contea, ed esso si leva dai campi silenziosi e tranquilli per scuotere le torri e i consigli dei grandi.
“Bianco!”, sogghignò. “Serve come base. Il tessuto bianco può essere tinto. La pagina bianca ricoperta di scrittura, e la luce bianca decomposta”.”Nel qual caso non sarà più bianca”, dissi. “E colui che rompe un oggetto per scoprire cos’è, ha abbandonato il sentiero della saggezza”.