Marco Giannetti – Stati d’Animo
Non ti crucciare se le cose continuano a seguire il loro più ovvio corso… la straordinarietà è cosa effimera e caduca.
Non ti crucciare se le cose continuano a seguire il loro più ovvio corso… la straordinarietà è cosa effimera e caduca.
Siamo tutti stanchi, questa vita non è più desiderabile.
Penso che dobbiamo riprenderci quello che abbiamo tolto alla vita, perché quasi sempre siamo noi a togliere e a toglierci, chiudendo poi gli occhi e accusando la vita e gli altri di averci tolto opportunità e anni. Siamo noi i carnefici, che copriamo con l’ignavia le nostre colpe e ci chiudiamo al mondo, quando basterebbe tirare su la testa, guardarsi le mani intonse e dirsi: “non ho mai fatto nulla per non meritarmi questo. Adesso è tempo di darsi da fare per la vita.” Riprenderci la vita non è come togliere, ma è riprendersi, in tutti i sensi che questo verbo può esprimere.
La bellezza dei giovani è credersi immortali.La bellezza dei vecchi è sapere di essere mortali.
A tutti serve un abbraccio prima di dormire. E se non hai qualcuno accanto, c’è sempre una persona che abbracci col pensiero.
Sì, una desolata panchina accoglie avidamente il mio corpo come a voler sottrarre il calore che lo ha invaso e non accarezzato… il piacere di una sigaretta, illusione di diletto, cerco di sfuggire dai punzecchi della pioggia che, agile e prepotente schiva le fronde di un triste pino.Mi sono chiesto da sempre perché funesto appare il luogo dei pini, forse a voler celare il vento che, sempre sfigura ogni tormento, ma in paradiso non c’è condizione se non l’umana commiserazione di buoni e cattivi lì giunti per miseri destini.
Naufragio. Non posso gettare l’ancora, non mi posso fermare e non scorgo terraferma su cui approdare. Sola, tra le onde mi faccio cullare.