Marco Giannetti – Tristezza
Ti ho chiesto di non andar via, mi hai risposto: sei andato via tante volte tu.
Ti ho chiesto di non andar via, mi hai risposto: sei andato via tante volte tu.
Vorrei dire “sorrido perché finalmente sono felice”. Ma non e cosi.
Amava il suo dolore poiché vi erano ancora barlumi di felicità in quei cadenti ricordi.
Non v’è prigione più angusta di un’ossessione.
Più compagnia aumenta la felicità, ma non allevia né fa diminuire la tristezza.
Adoro la solitudine perché ci ritrovo me stessa e credo che chi ne rifugga abbia soltanto paura di ritrovarvici la propria vera essenza.
Sei tua permettere di vivere l’attimo seguentea scrivere delle pagine di un inchiostro sporco ma indelebilea stringermi in una morsa calda e quasi soffocantea darmi un’ottima maschera da eroeSei tua farmi sentire più vivo degli altria spaccare il mondo dall’alba al tramontoa vendermi che tanto mi costa e che qualcosa mi dàa non pensare me con un cuore di ghiaccioa dividere il sangue e l’angoscia di giorni difficili fino a morireSei Te che voglio perché ci sei sempre stata,cara solitudine.
Vorrei dire “sorrido perché finalmente sono felice”. Ma non e cosi.
Amava il suo dolore poiché vi erano ancora barlumi di felicità in quei cadenti ricordi.
Non v’è prigione più angusta di un’ossessione.
Più compagnia aumenta la felicità, ma non allevia né fa diminuire la tristezza.
Adoro la solitudine perché ci ritrovo me stessa e credo che chi ne rifugga abbia soltanto paura di ritrovarvici la propria vera essenza.
Sei tua permettere di vivere l’attimo seguentea scrivere delle pagine di un inchiostro sporco ma indelebilea stringermi in una morsa calda e quasi soffocantea darmi un’ottima maschera da eroeSei tua farmi sentire più vivo degli altria spaccare il mondo dall’alba al tramontoa vendermi che tanto mi costa e che qualcosa mi dàa non pensare me con un cuore di ghiaccioa dividere il sangue e l’angoscia di giorni difficili fino a morireSei Te che voglio perché ci sei sempre stata,cara solitudine.
Vorrei dire “sorrido perché finalmente sono felice”. Ma non e cosi.
Amava il suo dolore poiché vi erano ancora barlumi di felicità in quei cadenti ricordi.
Non v’è prigione più angusta di un’ossessione.
Più compagnia aumenta la felicità, ma non allevia né fa diminuire la tristezza.
Adoro la solitudine perché ci ritrovo me stessa e credo che chi ne rifugga abbia soltanto paura di ritrovarvici la propria vera essenza.
Sei tua permettere di vivere l’attimo seguentea scrivere delle pagine di un inchiostro sporco ma indelebilea stringermi in una morsa calda e quasi soffocantea darmi un’ottima maschera da eroeSei tua farmi sentire più vivo degli altria spaccare il mondo dall’alba al tramontoa vendermi che tanto mi costa e che qualcosa mi dàa non pensare me con un cuore di ghiaccioa dividere il sangue e l’angoscia di giorni difficili fino a morireSei Te che voglio perché ci sei sempre stata,cara solitudine.