Maria Caterina Vicino – Abitudine
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
Ho smesso di aspettare i treni quando ho capito che il treno sono io. Chi vuole viaggiare con me troverà sempre posto, chi non vuole che resti pure in stazione.
Casa è solo dove vai quando non hai altro posto dove andare.
L’abitudine è quotidianità, se viene a mancare ci perdiamo anche fra le pareti di casa.
Quando smetto di scrivere, impazzisco o quasi. Ho la sensazione che le mie dita continuano a digitare parole immaginarie nel vuoto di una tastiera invisibile che esce dal nulla e ritorna nel nulla.
È nei silenzi che si consumano lentamente attimi che meritavano attenzione, accade quando si “vuol vedere” quello che non c’è.
La vita è una sfida, non una continua rincorsa. C’è chi perde tempo ad aspettare…