La strada è stata la migliore delle insegnanti. Dopo la “scuola” cominciava quella vera, ed eravamo lì a imparare dai più grandi come “arrangiarsi” per tirar su due soldi, oppure a prendere le prime cotte nella triste luce del tramonto spenta tra i palazzi. E ancora a passare la notte a fare ragazzate della peggior specie, per poi correre come dei matti a nascondersi quando l’avevamo fatta grossa. Ognuno di noi è uno stadio dove si gioca la più importante delle partite, quella della vita. E non ci sono bei campi verdi ed illuminati, tifoserie, trofei, televisioni, contratti, modelle e valigette piene di soldi. Non ha importanza quanta gente ci sia o meno sugli spalti a gridare il tuo nome. In palio c’è il rispetto e la dignità, e la vita non aspetta queste boiate.