Maria Teresa Porta – Felicità
Il vero amore non è chiedere, non è pretendere, ma è scovare nei piccoli gesti, negli sguardi, nei sorrisi, nei baci, negli abbracci la vera essenza di chi ama e apprezzare. E qui sta anche il segreto della felicità.
Il vero amore non è chiedere, non è pretendere, ma è scovare nei piccoli gesti, negli sguardi, nei sorrisi, nei baci, negli abbracci la vera essenza di chi ama e apprezzare. E qui sta anche il segreto della felicità.
La felicità, si fa riconoscere quando è già passata.
Quando sei felice, veramente felice, godi di una quasi immortalità spirituale dove nulla può scalfirti o ferirti, ma tornando alla congiunzione… “quando”?
L’inclinazione a essere più o meno felici è scritto nel codice genetico che è alla base dell’ereditarietà dei caratteri.
La felicità è il sorriso dell’anima.
Ieri pensavi che una cosa brutta sarebbe stato un dramma, poi scopri che era nient’altro che una deviazione per la felicità.
Vivere felici è impossibile, ci sarà sempre il momento di sconforto, un attimo di debolezza e quello di lacrime. La vera felicità sono brevi attimi che vivi con il cuore leggero, quando sei vicino a qualcuno che cancella tutto il resto, ma solo momentaneamente. La vera felicità è potersi guardare dietro e vedere che hai camminato tra buche e burroni, ma non sei caduta e malgrado spesso sei rimasta appesa al bordo del precipizio hai sempre raccolto le forze necessarie per risalire. La vera felicità è potersi guardare dentro, perché a guardarsi dentro siamo tutti bravi, c’è chi lo fa di sfuggita e chi non va mai troppo a fondo, ma “potersi” guardare dentro, fino in fondo all’anima e poter sorridere è felicità. Perché tra tutte quelle cicatrici, tra tutti quei ricordi un po ammassati tra la polvere, tra tutte quelle batoste non ancora dimenticate e tutte quelle ferite non ancora guarite naviga una coscienza pulita!
La felicità, si fa riconoscere quando è già passata.
Quando sei felice, veramente felice, godi di una quasi immortalità spirituale dove nulla può scalfirti o ferirti, ma tornando alla congiunzione… “quando”?
L’inclinazione a essere più o meno felici è scritto nel codice genetico che è alla base dell’ereditarietà dei caratteri.
La felicità è il sorriso dell’anima.
Ieri pensavi che una cosa brutta sarebbe stato un dramma, poi scopri che era nient’altro che una deviazione per la felicità.
Vivere felici è impossibile, ci sarà sempre il momento di sconforto, un attimo di debolezza e quello di lacrime. La vera felicità sono brevi attimi che vivi con il cuore leggero, quando sei vicino a qualcuno che cancella tutto il resto, ma solo momentaneamente. La vera felicità è potersi guardare dietro e vedere che hai camminato tra buche e burroni, ma non sei caduta e malgrado spesso sei rimasta appesa al bordo del precipizio hai sempre raccolto le forze necessarie per risalire. La vera felicità è potersi guardare dentro, perché a guardarsi dentro siamo tutti bravi, c’è chi lo fa di sfuggita e chi non va mai troppo a fondo, ma “potersi” guardare dentro, fino in fondo all’anima e poter sorridere è felicità. Perché tra tutte quelle cicatrici, tra tutti quei ricordi un po ammassati tra la polvere, tra tutte quelle batoste non ancora dimenticate e tutte quelle ferite non ancora guarite naviga una coscienza pulita!
La felicità, si fa riconoscere quando è già passata.
Quando sei felice, veramente felice, godi di una quasi immortalità spirituale dove nulla può scalfirti o ferirti, ma tornando alla congiunzione… “quando”?
L’inclinazione a essere più o meno felici è scritto nel codice genetico che è alla base dell’ereditarietà dei caratteri.
La felicità è il sorriso dell’anima.
Ieri pensavi che una cosa brutta sarebbe stato un dramma, poi scopri che era nient’altro che una deviazione per la felicità.
Vivere felici è impossibile, ci sarà sempre il momento di sconforto, un attimo di debolezza e quello di lacrime. La vera felicità sono brevi attimi che vivi con il cuore leggero, quando sei vicino a qualcuno che cancella tutto il resto, ma solo momentaneamente. La vera felicità è potersi guardare dietro e vedere che hai camminato tra buche e burroni, ma non sei caduta e malgrado spesso sei rimasta appesa al bordo del precipizio hai sempre raccolto le forze necessarie per risalire. La vera felicità è potersi guardare dentro, perché a guardarsi dentro siamo tutti bravi, c’è chi lo fa di sfuggita e chi non va mai troppo a fondo, ma “potersi” guardare dentro, fino in fondo all’anima e poter sorridere è felicità. Perché tra tutte quelle cicatrici, tra tutti quei ricordi un po ammassati tra la polvere, tra tutte quelle batoste non ancora dimenticate e tutte quelle ferite non ancora guarite naviga una coscienza pulita!