Matteo Casella – Tristezza
M’impongo di essere forte. Credo di essere forte. La realtà annienta. Vivo di fantasia.
M’impongo di essere forte. Credo di essere forte. La realtà annienta. Vivo di fantasia.
Con quella faccetta d’angelo e pure nei suoi occhi c’era il dolore, un dolore che può aver provato solo chi è andato all’inferno ed è tornato indietro, sono stati quegli occhi a fottermi!
Quando il dolore chiama, rispondi! È una chiamata di emergenza, una questione di vita o di morte dell’anima.
Il silenzio ha un linguaggio universale comprensibile a tutti.
Vorrei cancellare molte cose dalla mia mente, invece riesco solo a renderle meno presenti ma sempre vive e dolorose.
A volte la solitudine non è così sbagliata; fa riflettere; insegna; e soprattutto non permette di avere problemi con qualcuno, perché qualunque cosa tu faccia, deve per forza causare problemi a qualche persona…
Ci sono quei momenti in cui scoppi a piangere come un bambino, senza un preciso motivo. In macchina, in bagno, per strada. Tu e il tuo dolore, a sfidarvi con la rabbia negli occhi. Ed è massacrante. Perché il dolore è sempre un po più forte, e tu, sempre un po più debole.